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if

Usando la shell, possiamo codificare la logica sopra come segue:



x = 5


if [ $x -eq 5 ]; poi echo "x è uguale a 5."

altro

echo "x non è uguale a 5."

fi

x = 5


if [ $x -eq 5 ]; poi echo "x è uguale a 5."

altro

echo "x non è uguale a 5."

fi


oppure possiamo inserirlo direttamente nella riga di comando (leggermente accorciato):


[io@linuxbox~]$ x = 5

[io@linuxbox~]$ if [ $x -eq 5 ]; poi echo "uguale a 5"; else echo "non è uguale a 5"; fi

uguale a 5 [me@linuxbox ~]$ x = 0

[io@linuxbox~]$ if [ $x -eq 5 ]; poi echo "uguale a 5"; else echo "non è uguale a 5"; fi

non è uguale a 5

[io@linuxbox~]$ x = 5

[io@linuxbox~]$ if [ $x -eq 5 ]; poi echo "uguale a 5"; else echo "non è uguale a 5"; fi

uguale a 5 [me@linuxbox ~]$ x = 0

[io@linuxbox~]$ if [ $x -eq 5 ]; poi echo "uguale a 5"; else echo "non è uguale a 5"; fi

non è uguale a 5


In questo esempio, eseguiamo il comando due volte. Una volta, con il valore di x impostato su 5, che risulta nella stringa "uguale a 5" in uscita e la seconda volta con il valore di x impostato su 0, il che comporta l'output della stringa "non uguale a 5".

I if l'istruzione ha la seguente sintassi:

if comandi; poi

comandi

[elifa comandi; poi

comandi...] [altro

comandi]

fi

where comandi è un elenco di comandi. Questo è un po' confuso a prima vista. Ma prima di poterlo chiarire, dobbiamo guardare come la shell valuta il successo o il fallimento di un comando.


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